LO STATO DELLE COSE… SCONFINAMENTI TRA ARCHITETTURA E ARTE CONTEMPORANEA di Fernanda de Maio

LO STATO DELLE COSE…
SCONFINAMENTI TRA ARCHITETTURA E ARTE CONTEMPORANEA
di Fernanda de Maio
Napoletana, architetto e docente di progettazione architettonica allo IUAV di Venezia
Sabato 10 ottobre 2015
“Giornata del Contemporaneo”

Creativi ad ogni costo gli architetti.
Creativi ad ogni costo gli artisti.
Ma a partire da cosa? Dalle città che abitano? Dalla società con cui si relazionano?
Dai materiali che comunicano una sensazione? Dalla natura che esperiscono?
Dalla propria condizione patologica di individui?
È più creativo Frank Gehry o Richard Serra? Juan Navarro Baldeweg o Maurizio Cattelan?
Carlo Scarpa o Paul Klee? Alvaro Siza o Lucio Fontana? Zaha Hadid o Adrian Piper?

L’ambigua relazione tra arte e architettura si rivela negli esiti dell’uno o dell’altro percorso creativo. Anche quando si muovono all’interno di regole precise arte e architettura si contaminano costantemente; attingono a tecniche analoghe, partono da presupposti simili, usano gli stessi strumenti di di lavoro e di comunicazione. Solo nel momento in cui le cose di ordinaria quotidianità che manipolano si trasfigurano nella visione del loro autore diventa chiaro se si tratti di opera d’arte o di architettura. Talvolta questa distinzione non arriva mai a chiarirsi del tutto. Altre volte invece questa relazione diventa solo tangente. Non si può essere architetti contemporanei senza avere una visione artistica della propria disciplina e del mondo. Non si può essere artisti del proprio tempo se non ci sporca le mani con la realtà con cui l’architettura costringe a cimentarsi, per dare risposte concrete all’abitare umano. Architettura e arte oggi sconfinano l’una nell’altra per necessità collettive, per volontà individuali, per narrare il mondo e la sua olistica bellezza. Più vicini in alcuni momenti, più distanti in altri, architetti e artisti saldano spesso alleanze fertili, poi gli architetti possono essere artisti e gli artisti architetti. A Napoli questo è successo molte volte e ancora accade, come in gran parte delle città-mondo. La conversazione indagherà i modi attraverso cui gli sconfinamenti tra arte e architettura registrano ancora oggi la cultura in divenire che quotidianamente ciascuno di noi partecipa a costruire.